GILBERT KRUFT E LA RICERCA DELL’IDENTITÀ

di Matelda Buscaroli
Con-fine, trimestrale di arte & cultura, agosto 2007, anno 2 numero 7

Gilbert Kruft, un artista completo, che affronta da anni temi legati alla definizione dell’identità dell’individuo

Di fronte alla progressiva perdita di valori della società contemporanea, Gilbert Kruft, scultore tedesco, ma ormai bolognese d’adozione, reagisce con opere di rara raffinatezza formale e di sconcertante intelligenza compositiva.

La sua eclettica cultura che spazia dal campo della storia dell’arte alle speculazioni buddiste, unita all’ormai decennale esperienza pratica di scultore e fonditore, lo hanno reso un artista completo, desideroso e bisognoso di comunicare le proprie scoperte e riflessioni. Con una straordinaria capacità di sintesi e di gusto armonico, infatti, Kruft affronta da anni temi legati alla definizione dell’identità dell’individuo, alla riscoperta delle sue radici e dei suoi bisogni spirituali: concetti come l’Egoismo, l’Egocentrismo, l’Altruismo o sentimenti come l’Euforia, la Depressione e l’Equilibrio, solo per fare qualche esempio, affiorano nella sua mente, si compongono in concetto formale e finalmente prendono vita dalle sue mani, prima in modelli di gesso, poi in bronzo, una lega tanto antica quanto carica di suggestioni emotive.

Riflettere sul proprio ineludibile bisogno di spiritualità

Le sculture di Kruft, che invadono con sicurezza e quasi determinano lo spazio stesso che le contiene, costringono l’osservatore – con la doppia lusinga dell’armonia formale e del fluire delle forme dall’occhio alla mente – a riflettere sulla complessità del proprio “lo”, sul proprio ineludibile bisogno di spiritualità e soprattutto a riconsiderare, con coscienza critica, i valori della società moderna.

L’Arte ritorna ad essere una forma di conoscenza e riflessione, Kruft uno dei suoi migliori interpreti.