IL MEDITATO O LA RIFLESSIONE
Il vissuto, nel subire come nell’agire, passava da emozionale a cosciente, e mi liberava, creandomi il distacco necessario per il terzo capitolo, che ha come tema “la riflessione, o il meditato.” Nella estesa dimensione del pensiero meditativo si trova il presupposto essenziale che potrebbe trasformare l’inconscio emozionale, facendolo passare coscientemente alla coscienza, il che è la vera ragione della recherche humaine.
I temi che qui mi riguardano si sviluppano nel processo temporale già descritto e non sono più orientati direttamente su me stesso, ma sono di interesse generale, e diventano nello stesso tempo una sfida alla possibilità scultorea nella sua sintesi necessaria. Il punto di partenza di ogni lavoro era sempre l’analisi mentale del tema di volta in volta considerato. Solo dopo il suo chiarimento entrava, nella decisione concettuale, l’intuizione artistica, alla quale seguiva il lavoro scultoreo vero e proprio.
“La condizione umana”: diam 145cm, bronzo, 1988 Verona, Bonvicini
IL NUOVO IDOLO
di Gilbert Kruft scultore
L’idea di creare la scultura ” Il nuovo Idolo ” nasceva durante la prima crisi del petrolio alla fine anni 70 . Eravamo costretti d’andare a piedi la domenica.
Tutti parlavano del petrolio e del potere della nuova forza “Opec”, che sembrava il nuovo Idolo. Per caso trovavo allora una pompa idraulica d’una caldaia rotta, e con essa mi veniva l’idea per il nuovo Idolo così potente, ma cosi fragile nell’ uso del prezioso rubinetto, che ha però imparato ad usarlo con il tempo. Oggi nella seconda crisi del petrolio, aggiunta a quella del gas, che corre anche via tubi, questa tematica riceve una nuova dominante attualità, nutrita però dalla irrazionalità della speculazione.
“Il nuovo Idolo: h 130cm, bronzo, 1978 – profilo
LA RIFLESSIONE SILENTE di GILBERT KRUFT
a cura di Riccardo Meloti 07/10/2010
La ragione porta alla domanda e all’indagare. Si pone sul davanzale dell’orizzonte ed esplora.
Gilbert Kruft compie analisi sintetiche della forma e del suo labirinto emozionale.
Torce nell’egoismo, esplode nell’egocentrismo, comprime nella depressione, congiunge nella religione.
La scultura cerca l’interiorità dell’essere, il rapporto interno-esterno, ramifica sensazioni attraverso traiettorie di slanci nel cielo immaginario, fermando il tempo pensierante dell’idea.
Nell’azione, Gilbert Kruft rende il segno corpo mutante e orma indelebile del presente, nella sua profonda, riflessione silente.