RIFLESSIONI SULL’ ESSENZA DELL’UOMO 

(in bronzo) 

di Ferdinand Saint Gilles

L’arte rispecchia solamente il suo tempo, oppure potrebbe anche precederlo?

Questi erano i miei primi pensieri guardando le opere dello scultore GILBERT KRUFT.

Tante creazioni d’arte negli ultimi decenni, in questo multiforme disorientamento, solo raramente sono attribuibili alla scultura in sé. Spesso nella loro improvvisazione artistica sono solo spettacolari o provocatorie – e rispecchiano infatti spesso la superficialità del nostro tempo, sia nella perdita del contenuto, sia in quella dell’armonia e dell’estetica.

Tante forme hanno preso spazio sotto il grande concetto d’arte (cresciuto nei millenni), per nobilitarsi nel suo splendore, rimanendo però nel carattere mediatico del momento, che determina oggi la nostra forma di vita. Cosi, come la nostra società vive sempre più intensamente nell’ attimo e corre da un evento all’ altro, similmente anche l’arte attuale è diventata in gran parte un evento della superficialità e dell’apparente. Si, in tanti casi si potrebbe parlare di una voluta NON-ARTE, per innalzarla come ARTE (vedi Kassel, Venezia…)

Come è contrastante davanti a questo scenario, l’espressione artistica del KRUFT!

L’essenza dell’uomo in scultura, l’histoire humaine

Il fattore straordinario che determina la sua opera, è l’approfondimento spirituale sull’essenza dell’uomo, che lui compone in quattro tematiche:

nel quale egli comincia a tirare le somme dell’essenziale.

Con “La Recherche humaine”, che diventa il suo tema principale e sbocca nell’ “Epilogo“, KRUFT comincia una ricerca quasi psicologica sulla essenza umana, non da una curiosità scientifica, ma piuttosto dalla questione filosofica dell’essere umano.

La sua prima attenzione si orienta verso il simile nella sua fisionomia, formata dalla vita e dal suo carattere nell’espressione. Da questo studio esterno lui si rivolge verso la ricerca interna della propria persona, dove analizza il suo vissuto e le incisive esperienze, per esprimerle entrambe nel figurativo. Il terzo capitolo contiene una ricerca più oggettiva sull’essenza dell’uomo. Risulta quindi un chiaro articolato dal “Tu”, all’ “Io”, al “Lui”, che si conclude nell’interpretazione della “Coscienza“.

Nel secondo tema “Il nuovo canto degli Dei ” egli torna indietro di due millenni fino alle radici della cultura occidentale, con una nuova interpretazione delle Divinità greche. Queste opere sono per lui una prima testimonianza di una problematica essenziale dell’uomo, la religiosità, che diventa determinante nella storia della cultura umana.

In un contesto più leggero lui affronta il terzo tema, “Le sette lettere dell’Erotica“, esprimendo in sette interpretazioni, che hanno lo scopo di ridare all’erotica, nel nostro mondo pornografico, la sua poesia originale, e cosi il loro senso.

Arrivato a questo punto, devo finalmente esprimere la mia ammirazione davanti a questo così esteso respiro artistico, dello scultore, che ci porta poi nei chiarimenti conclusivi dell’Epilogo“. Questo ciclo, solo all’inizio (per ora 7 sculture) porta alle origini della natura umana, la sua indole, la sua essenza. Come diventa già nelle prime opere evidente, KRUFT esprime le forme estreme di una situazione umana, come quella dell’Ego, nella forma dell’Egoismo, dell’Egocentrismo e dell’Altruismo, oppure i respiri contrastanti dell’Euforia, della Depressione o dell’Equilibrio interno. Sotto il titolo Epilogo ” KRUFT raccoglie gli elementi umani, che potrebbero aiutare l’uomo nel riconoscimento di se stesso.

Causse de Sauveterre
Causse-de-Sauveterre

Una grande tematica, spirituale come artistica, per la quale questo scultore, oggi sessantenne, non ha mai conosciuto alcuna forma d’adattamento alle correnti dell’arte. Per comprendere meglio l’origine del suo orientamento straordinario però, si dovrebbe conoscere la sua storia.

Dopo i suoi studi (1962) egli faceva proprio il contrario d’un giovane artista, che si impegna normalmente, di mettere piede nell’ambiente d’arte. Lui si ritirava su un altopiano desertico “Le Causse de Sauveterre” nel sud della Francia, per alcuni anni, per pensare e riflettere ciò che aveva studiato. Qui si trova la chiave per una comprensione più approfondita della sua espressione e dell’orientamento artistico successivo. Questo eremo sulla ” Causse de Sauveterre ” (altopiano della terra salvatrice) un paesaggio incomparabile del Nulla, dove nasce il Mistral, ha avuto con il suo carattere univoco, senza dubbio, un effetto di formazione su questo allora ancora giovane artista, cioè nel liberarsi delle contraddizioni culturali degli anni 60′. Qui, in queste circostanze, cominciano a spuntare i germogli spirituali della sua tematica principale “ La Recherche humaine ” e contemporaneamente la convinzione, che la scultura non è soltanto Forma, ma vive del contenuto che la forma esprime. Con questa concezione KRUFT si allontana evidentemente dalle correnti principali dell’arte attuale. L’interessato amatore dell’arte, influenzato dal mondo multimediale d’oggi, cerca l’avvenimento d’arte spettacolare del momento e non una riflessione meditata. Però proprio in questa decisione, che diventa la costante nel suo operato, giace lo straordinario di GILBERT KRUFT. La riflessione spirituale sull’uomo, sui generis, diventa la sostanza creativa delle sue sculture, accompagnata dalla sua idea della scultura come forma d’arte con un suo valore da rispettare.

I corpi bronzei

Il suo materiale è il bronzo, un materiale nobile, che oggi viene spesso violentato. In esso si trova a suo agio, come pochi. Lui non si aiuta con l’effetto patina. La sua lingua plastica è il corpo bronzeo, tirato al massimo nella cesellatura con i suoi riflessi luce, che però non perdonano nessun sbaglio formale. Si deve già tornare indietro fino a  Brancusi, per trovare una finitura simile. Questo chiaro bronzo satinato viene idealmente incontro alla sua lingua formale, assolutamente individuale.

KRUFT sviluppa una propria concezione formale

KRUFT sviluppa, inizio anni 70′, una propria concezione formale, mai vista, che gli apre nuove e affascinanti possibilità nell’espressione dei suoi temi. Scopre la ricchezza della forma libera nella già studiata anatomia muscolare sotto un nuovo aspetto, che supera largamente qualsiasi naturalismo o la sua astrazione, che permette composizioni anatomiche mai viste. Concepisce nuove anatomie. I passaggi fluidi da una gamba in un braccio, oppure da un braccio in un altro con una naturalezza assoluta, risultano da un intreccio fra le forme muscolari, in sé neutrali, che danno la possibilità di una configurazione di rara espressività. Poi si deve aggiungere la sua pretesa irrinunciabile all’Estetica.

L’estetica

Sicuramente lo spazio culturale del Mediterraneo, nel quale egli vive da decenni, ha la sua importanza, però più decisiva è senza dubbio la sua necessità interna, di non esprimersi in un modo unilaterale del pensiero e intuizione. Estetica non è Bellezza o Piacere formale. Estetica è un termine e valore filosofico, che si manifesta nel modo complessivo di pensare, e che vive della tensione equilibrata delle forze contrastanti.

Con questo valore, oggi cosi raramente percepito, ma nella sua scultura formulato, come con la sua tematica orientata sull’essenza dell’uomo, KRUFT indica una alternativa allo scenario dell’arte attuale, e precede con sicurezza interna il suo tempo, un tempo, che è in procinto di portarsi “ad absurdum “, il nostro.

GILBERT KRUFT una personalità straordinaria.

 Ferdinand Saint Gilles – Bologna 1999.